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Oggi è oggi, domani è un altro giorno, io la responsabilità ce l'ho oggi, non domani, se sarò cieca, Responsabilita di cosa, La responsabilità di avere gli occhi quando gli altri li hanno perduti
Un capo naturale è un re dotato di occhi in una terra di ciechi.
Dentro di noi c'è una cosa che non ha nome, e quella cosa è ciò che siamo.
Se mai avrò di nuovo gli occhi, vedrò veramente gli occhi degli altri, come se ne stessi vedendo l'anima.
Sei un filosofo, Macché, sono soltanto un vecchio.
Oggi è oggi, domani è un altro giorno, io la responsabilità ce l'ho oggi, non domani, se sarò cieca, Responsabilita di cosa, La responsabilità di avere gli occhi quando gli altri li hanno perduti
Un capo naturale è un re dotato di occhi in una terra di ciechi.
Dentro di noi c'è una cosa che non ha nome, e quella cosa è ciò che siamo.
Se mai avrò di nuovo gli occhi, vedrò veramente gli occhi degli altri, come se ne stessi vedendo l'anima.
Sei un filosofo, Macché, sono soltanto un vecchio.
l'ho messo in Whishlist...
Sa Nugoresa:
A ti facher sa corte est un impresa, no’ nde cheres nemmancu a coro in manu menzus riccu mancari non sia’ sanu o tzeraccu fachendeti s’ispesa.
Hai ragione, non ti aiuto... te la impiastro direttamente
da il libro dell'inquietudine di pessoa (un libro da citare quasi per intero... peccato che sia un filino noioso):
Il saggio è colui che riesce a rendere monotona l’esistenza, poiché allora ogni piccolo incidente possiede il privilegio di stupirlo…Un uomo , se possiede la vera sapienza, può godere l’intero spettacolo del mondo seduto su una sedia, senza saper leggere, senza parlare con nessuno, soltanto con l’uso dei sensi e il fatto che l’anima non sappia essere triste. Rendere monotona l’esistenza, affinché essa non sia monotona…In mezzo al mio lavoro quotidiano, opaco, uguale e inutile, mi appaiono visioni di fuga, immagini sognate di isole lontane, feste in viali di parchi d’altri tempi, altri paesaggi, altri sentimenti, altro io. Ma riconosco, tra due scritture contabili, che se avessi tutto questo, niente di questo sarebbe mio…Se avessi i paesaggi impossibili, cosa mi resterebbe di impossibile?...Posso immaginare tutto perché non sono niente. Se fossi qualcosa non potrei immaginare.
Tutto quello che cerchiamo lo cerchiamo per ambizione. Ma quell'ambizione non la si soddisfa mai, e allora siamo dei poveri; oppure crediamo di soddisfarla, e allora siamo dei pazzi ricchi.
A forza di ricompormi mi sono distrutto. A forza di pensarmi, io sono ormai i miei pensieri e non più io. Ho sondato me stesso e ho lasciato cadere la sonda; vivo pensando se sono profondo oppure se non lo sono, senz'altra sonda, ormai, al di là del mio sguardo che mi mostra con chiarezza in nero, nello specchio del grande pozzo, il mio volto che mi contempla nell'atto di contemplarlo.
Molto più lontano è l'uomo superiore (Kant o Goethe) dall'uomo comune che l'uomo comune dalla scimmia.
Nella mia coscienza ci sono vestigia. Pesa in me il sonno anche se non mi pesa l'incoscienza... Non esisto. Il vento... Mi sveglio e mi addormento di nuovo. Non ho ancora dormito. C'è un paesaggio dal suono alto e torvo oltre il quale mi disconosco. Assaporo in segreto la possibilità di dormire. In effetti dormo, ma non so se dormo. In ciò che noi pensiamo consista il rumore c'è sempre rumore da momento finale, il vento nell'oscurità e, se io ascolto ancora, il rumore dei polmoni e del cuore.
da d'amore e ombra di isabel allende <3
(qui ci sarebbero da citare un paio di pagine per intero)
Irene miele e ombra, Irene carta di riso, pesca, spuma, ah Irene la spirale delle tue orecchie, l'odore del tuo collo, le colombe delle tue mani, Irene, sentire questo amore, questa passione che ci brucia nello stesso rogo, sognandoti da sveglio, desiderandoti addormentato, vita mia, donna mia, Irene mia. Non seppe che altro le disse, né quante lei sussurrò in quel mormorio senza tregua, in quella sorgente di parole all'orecchio, in quel fiume di gemiti e di ansiti, di chi fa l'amore amando.
da d'amore e ombra di isabel allende <3
(qui ci sarebbero da citare un paio di pagine per intero)
Irene miele e ombra, Irene carta di riso, pesca, spuma, ah Irene la spirale delle tue orecchie, l'odore del tuo collo, le colombe delle tue mani, Irene, sentire questo amore, questa passione che ci brucia nello stesso rogo, sognandoti da sveglio, desiderandoti addormentato, vita mia, donna mia, Irene mia. Non seppe che altro le disse, né quante lei sussurrò in quel mormorio senza tregua, in quella sorgente di parole all'orecchio, in quel fiume di gemiti e di ansiti, di chi fa l'amore amando.
svenghisssssimo
Sa Nugoresa:
A ti facher sa corte est un impresa, no’ nde cheres nemmancu a coro in manu menzus riccu mancari non sia’ sanu o tzeraccu fachendeti s’ispesa.
Hai ragione, non ti aiuto... te la impiastro direttamente
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