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    #91
    "Dimmi, Tyrion figlio di Tywin, come vuoi morire?"
    "Nel mio letto, a ottant'anni, con la pancia piena di vino e le labbra di una fanciulla attorno al *****."


    Sa Nugoresa:
    A ti facher sa corte est un impresa, no’ nde cheres nemmancu a coro in manu menzus riccu mancari non sia’ sanu o tzeraccu fachendeti s’ispesa.
    Hai ragione, non ti aiuto... te la impiastro direttamente

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      #92
      "Anastasia, ho bisogno che tu sia snodata, forte, e
      resistente. Fidati, hai bisogno di allenarti."

      Muoio
      Sa Nugoresa:
      A ti facher sa corte est un impresa, no’ nde cheres nemmancu a coro in manu menzus riccu mancari non sia’ sanu o tzeraccu fachendeti s’ispesa.
      Hai ragione, non ti aiuto... te la impiastro direttamente

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        #93
        A me lo dicono tutti i giorni ma penso si riferiscano ai chili di troppo.

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          #94
          da non è un paese per vecchi

          Si voltò e mi guardò. E in quel momento mi sembrò molto più vecchio. Aveva gli occhi vecchi. La gente dice che è stato il Vietnam a mettere in ginocchio questo paese. Ma io non ci ho mai creduto. Questo paese era già messo male. Il Vietnam è stato solo la ciliegina sulla torta. Non avevamo niente da dare a quei ragazzi da portarsi dietro. In pratica se li mandavamo senza fucili era la stessa cosa. Non si può andare in guerra in quel modo. Non si può andare in guerra senza Dio. Io non so cosa succederà quando arriverà la prossima. Non lo so proprio.


          Dopo due dècadi
          decàdi.

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            #95
            da amatissima

            "Il tuo amore è troppo grande", disse [Paul D], pensando, quella troia è lì che mi guarda, è proprio sopra la testa che mi sbircia attraverso il pavimento.
            "Troppo grande?" disse lei, pensando alla Radura, dove gli ordini di Baby Suggs facevano cader giù i ricci dagli ippocastani. "L'amore o c'è o non c'è. L'amore piccolo non è amore per niente."

            "Dimmi una cosa, Stamp." Paul D aveva gli occhi lucidi. "Dimmi solo questo. Un negro quanto deve sopportare? Dimmi. Quanto?"
            "Tutto quello che può", rispose Stamp Paid. "Tutto quello che può."
            "Perchè? Perchè? Perchè? Perchè? Perchè?"

            Dopo due dècadi
            decàdi.

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              #96
              * seratopicsegaiolo *

              da l'amante

              La storia della mia vita non esiste. Proprio non esiste. non c'è mai un centro, non c'è un percorso, una linea. Ci sono vaste zone dove sembra che ci fosse qualcuno, ma non è vero, non c'era nessuno.


              Le partenze erano tutte uguali. Come le prime partenze sui mari. Il distacco dalla terra avveniva sempre nel dolore e nella disperazione, ma questo non aveva mai impedito agli uomini di mettersi in viaggio, agli ebrei, ai pensatori, a chi amava i viaggi per mare, e non aveva neppure impedito alle donne di lasciarli andare, alle donne che non viaggiavano mai, che rimanevano a custodire il luogo natale, la razza, i beni, la ragion d'essere del ritorno.

              Dopo due dècadi
              decàdi.

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                #97
                ecco... amissimo! ma ce n'erano anche altre...

                Originariamente postato da Akimina View Post
                da trilogia della città di k, di agota kristof (uno dei miei preferiti di sempre)

                [scusa didda, sei autorizzata a ]

                Facciamo in modo che la gente ci insulti e constatiamo che finalmente riusciamo a restare indifferenti.
                Ma ci sono anche le parole antiche.
                Nostra Madre ci diceva:
                - Tesori miei! Amori miei! Siete la mia gioia! Miei bimbi adorati!
                Quando ci ricordiamo di queste parole, i nostri occhi si riempiono di lacrime.
                Queste parole dobbiamo dimenticarle, perchè adesso nessuno ci dice parole simili e perchè il ricordo che ne abbiamo è un peso troppo grosso da portare.
                Allora ricominciamo il nostro esercizio in un altro modo:
                Diciamo:
                - Tesori miei! Amori miei! Vi voglio bene... Non vi lascerò mai... Non vorrò bene che a voi... Sempre... Siete tutta la mia vita...
                A forza di ripeterle, le parole a poco a poco perdono il loro significato e il dolore che portano si attenua.

                Per decidere se è Bene o Non Bene, abbiamo una regola molto semplice: il tema deve essere vero. Dobbiamo descrivere ciò che vediamo, ciò che sentiamo, ciò che facciamo.
                Ad esempio, è proibito scrivere: "Nonna somiglia a una strega"; ma è permesso scrivere: "La gente chiama Nonna la Strega".
                E' proibito scrivere: "La Piccola Città è bella", perchè la Piccola Città può essere bella per noi e brutta per qualcun altro.
                Allo stesso modo, se scriviamo: "L'attendente è gentile", non è una verità, perchè l'attendente può essere capace di cattiverie che noi ignoriamo. Quindi scriveremo semplicemente: "L'attendente ci regala delle coperte".
                Scriveremo: "Noi mangiamo molte noci", e non: "Amiamo le noci", perchè il verbo amare non è un verbo sicuro, manca di precisione e di obiettività. "Amare le noci" e "amare nostra Madre", non può voler dire la stessa cosa. La prima formula designa un gusto gradevole in bocca, e la seconda un sentimento.
                Le parole che definiscono i sentimenti sono molto vaghe; è meglio evitare il loro impiego e attenersi alla descrizione degli oggetti, degli esseri umani e di se stessi, vale a dire alla descrizione fedele dei fatti.

                - Signor ufficiale domandare perchè voi fare tutto questo?
                - Per abituarci al dolore.
                - Domandare voi piacere avere male?
                - No. Noi vogliamo soltanto vincere il dolore, il caldo, il freddo, la fame, tutto quello che fa male.

                Un uomo dice:
                - Tu chiudi il becco! Le donne non sanno niente della guerra.
                La donna dice:
                - Non sanno niente? *******e! Abbiamo tutto il lavoro, tutte le preoccupazioni: i bambini da sfamare, i feriti da curare. Voi, una volta finita la guerra, siete tutti eroi. Morti: eroi. Sopravvissuti: eroi. Mutilati: eroi. E' per questo che avete inventato la guerra, voi uomini. E' la vostra guerra. L'avete voluta voi, fatela allora, eroi dei miei stivali!

                Il ricco apre la porta, dà un calcio al povero che cade disteso sul marciapiede.
                Il ricco richiude la porta, si siede di fronte a un piatto di minestra e dice, unendo le mani:
                - Grazie, Signore Gesù, per tutta la tua bontà.

                - Non sei mai triste?
                - No, perchè una cosa mi consola sempre di un'altra.
                Rientrando, gettiamo nell'erba alta che costeggia la strada le mele, i biscotti, il cioccolato e anche le monete.
                La carezza sui capelli è impossibile gettarla.

                "-Ecco un uomo.
                -Com'è?
                -Come tutti gli altri. Povero, vecchio"

                Troviamo un uomo nella foresta. Un uomo vivo, un uomo giovane, senza uniforme.
                [...]
                Chiediamo:
                - Perché non ha l'uniforme? Tutti gli uomini giovani hanno un'uniforme. Sono tutti soldati.
                Dice:
                - Non voglio più essere soldato.
                - Non vuole più combattere il nemico?
                - Non voglio combattere nessuno. Non ho nemici. Voglio tornare a casa.
                - Dov'è casa sua?
                - E' ancora lontana. Non ci arriverò se non trovo qualcosa da mangiare.
                Chiediamo:
                - Perchè non va a comperare qualcosa da mangiare? Non ha soldi?
                - No, non ho soldi e non posso farmi vedere. Devo nascondermi. Bisogna che non mi vedano.
                - Perchè?
                - Ho lasciato il mio reggimento senza permesso. Sono scappato. Sono un disertore. Se mi ritrovassero sarei fucilato o impiccato.
                Domandiamo:
                - Come un assassino?
                - Si, proprio come un assassino.
                - Eppure lei non vuole uccidere nessuno. Vuole solo tornare a casa sua.
                - Si, soltanto tornare a casa mia.

                Quando ritorniano con il cibo e la coperta,dice:
                -Siete gentili.
                Diciamo:
                -Non volevamo essere gentili. Le abbiamo portato queste cose perchè ne aveva bisogno. E' tutto.

                - Come fare adesso?
                - Come prima. Bisogna continuare ad alzarsi al mattino, ad andare a letto alla sera, a fare quel che bisogna fare per vivere.
                - Sarà lunga?
                - Forse tutta una vita.

                - Stai attento, Lucas! L'amore a volte è mortale.

                E' la sola differenza tra i morti e quelli che sono partiti, vero? Quelli che non sono morti torneranno.

                - E lei, Peter? Anche lei un giorno sarà costretto a rispondere a certe domande. Ho assistito qualche volta alle vostre riunioni politiche. Lei fa dei discorsi, la sala applaude. Crede sinceramente in quello che dice?
                - Sono obbligato a crederci.
                - Ma nel suo intimo, che ne pensa?
                - Non penso. Non posso permettermi questo lusso. La paura è in me sin dall'infanzia.

                Sono convinto che ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e per nient'altro. Un libro geniale o un libro mediocre, non importa, ma colui che non scriverà niente è un essere perduto, non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia.

                - Molte donne aspettano o piangono i mariti dispersi o morti. Ma l'ha appena detto: "Il dolore diminuisce, i ricordi si attenuano".
                L'insonne alza gli occhi su Lucas:
                - Diminuire, attenuare, l'ho detto, sì, ma non svanire.

                Le ferite fisiche non hanno importanza quando le ricevo. Ma se dovessi infliggerne una, diventerebbe un altro tipo di ferita per me, e non potrei sopportarlo.

                E quando avrai troppa pena, troppo dolore, e se non ne vorrai parlare con nessuno, scrivi. Ti aiuterà.

                Ma chi ha bisogno di un secondo cadavere? Dio certamente no, Lui non sa che farsene dei nostri corpi. La società? Ci guadagnerebbe un libro o dei libri se mi lasciasse vivere, invece di guadagnarci un cadavere in più che non gioverà a nessuno.

                Gli mostra la mano fasciata:
                - Mi hai fatto male, lo sai?
                Il bambino dice:
                - Anche tu mi hai fatto male, ma tu non lo sai.

                Le rispondo che cerco di scrivere delle storie vere, ma, a un certo punto, la storia diventa insopportabile proprio per la sua verità e allora sono costretto a cambiarla. Le dico che cerco di raccontare la mia storia, ma che non ci riesco, non ne ho il coraggio, mi fa troppo male. Allora abbellisco tutto e descrivo le cose non come sono accadute, ma come avrei voluto che accadessero.
                Dice:
                - Sì. Certe vite sono più tristi del più triste dei libri.
                Dico:
                - Proprio così. Un libro, per triste che sia, non può essere triste come una vita.

                Il sole sta tramontando, il cielo assume colori, arancione, giallo, viola, rosso e altri colori per i quali non esistono le parole.

                Mio fratello dice:
                - I miei figli non giocano.
                - Cosa fanno?
                - Si preparano ad attraversare la vita.
                Dico:
                - Io la vita l'ho attraversata e non ho trovato nulla.

                Dice:
                - No. Ho sempre vissuto solo.
                - Perchè?
                Lucas dice:
                - Non lo so. Forse perchè nessuno mi ha insegnato ad amare.

                Quello che gli dico è più o meno la stessa cosa di sempre. Gli dico che se è morto, beato lui, e che vorrei essere al suo posto. Gli dico che gli è toccata la parte migliore e che sono io a dover reggere il fardello più pesante. Gli dico che la vita è di un'inutilità totale, è nonsenso, aberrazione, sofferenza infinita, invenzione di un Non-Dio di una malvagità che supera l'immaginazione

                Dopo due dècadi
                decàdi.

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                  #98
                  allucinante, ma ci avrei giurato.
                  son le stesse che ho sottolinato io...

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                    #99
                    ne ho aggiunte altre... sottolineerei tutto il libro. anzi vorrei rileggerlo e non è da me!

                    Dopo due dècadi
                    decàdi.

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                      Io ho iniziato a sottolineare dalla guerra che non è da donne.


                      Comunque è un libro da rileggere eccome.

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                        ma l'hai finito?

                        Dopo due dècadi
                        decàdi.

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                          no

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                            conserva quella faccia per quando lo finisci! a che punto sei?

                            Dopo due dècadi
                            decàdi.

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                              circa a metà e da come si evolve so già che farò quella faccia lì
                              mi aspetto di tutto...

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                                Originariamente postato da f. logan View Post
                                "Dimmi, Tyrion figlio di Tywin, come vuoi morire?"
                                "Nel mio letto, a ottant'anni, con la pancia piena di vino e le labbra di una fanciulla attorno al *****."

                                quanto adoro quel maledetto nano
                                Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro?

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